La provincia di Treviso non ha mai ospitato casinò famosi come Venezia o Sanremo. Tuttavia, sono documentati almeno quattro luoghi in cui si praticava il gioco regolamentato tra XIX e XX secolo. In alcuni casi, si trattava di circoli riservati a soci, in altri di sale da gioco private ospitate in ville o alberghi di pregio.
Queste strutture non erano casinò nel senso moderno, ma offrivano giochi con denaro reale, come roulette, baccarat, chemin de fer e lotto privato, oltre a intrattenimento musicale e sale da ballo.
Documentato in via XX Settembre, all'interno di Palazzo Dolfin, fu attivo fino alla metà degli anni ’30. Ospitava eventi riservati alla nobiltà e alla borghesia locale. L’accesso era su invito e i giochi autorizzati variavano nel tempo.
Nel 1936, a seguito delle restrizioni imposte dal regime fascista, cessò l’attività di gioco. L'edificio è oggi sede di uffici, ma conserva alcuni soffitti affrescati e sale originali.
All’interno del Grand Hotel di Conegliano, struttura demolita negli anni ’60, operava una sala da gioco autorizzata dal Comune per l’estate. La licenza era limitata a giochi senza banco.
Attiva fino al secondo dopoguerra, fu frequentata da villeggianti veneziani e austriaci. L’attuale via Lourdes sorge sull’area dell’ex struttura.
Negli anni ’30 e ’40, i due comuni ospitarono per brevi periodi sale da intrattenimento stagionali. Le strutture erano inserite in teatri o saloni parrocchiali, autorizzati per tornei di carte e lotterie private.
Non esistono tracce architettoniche, ma gli archivi comunali riportano delibere e autorizzazioni specifiche. La documentazione indica un’attività legata ad eventi musicali e feste patronali.
Dagli anni ’50 fino agli anni ’80, alcune ville della zona tra Nervesa della Battaglia e Volpago hanno ospitato sale da gioco private, non ufficiali. Le attività includevano roulette, dadi e giochi di carte.
In alcuni casi, la Guardia di Finanza ha effettuato sequestri, come riportato dalla stampa locale. Le ville in questione sono oggi adibite ad agriturismo o proprietĂ privata, senza legami con il passato.
La provincia di Treviso non ha mai ottenuto una concessione ufficiale per casinò ai sensi della legge italiana. Le uniche autorizzazioni rilasciate furono di tipo stagionale o provvisorio. Dopo il 1946, l’unica sala realmente legale fu quella di Conegliano, chiusa prima della riforma del gioco pubblico.
Il quadro normativo ha sempre favorito le città con vocazione turistica dichiarata, come Venezia, Sanremo, Saint-Vincent. Il territorio trevigiano non rientrava tra le località con requisiti previsti dalla legge per ospitare casinò permanenti.
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Chi desidera scoprire la provincia di Treviso anche dal punto di vista naturalistico può trovare ispirazione tra i percorsi suggeriti in questa guida agli itinerari a piedi nel Trevigiano.
La storia del gioco nel Trevigiano è frammentaria, ma reale. Casinò e sale da gioco sono esistiti, anche se con funzioni ridotte e per periodi limitati. Oggi restano tracce negli archivi, nei racconti locali e in alcuni edifici ancora visibili.
Per approfondire questo affascinante passato, è possibile visitare direttamente Palazzo Dolfin a Treviso, osservando dall’esterno l'antica sede del circolo privato, oppure recarsi a Conegliano, nella zona di via Lourdes, dove sorgeva il Grand Hotel con la sua sala da gioco stagionale.
Chi desidera approfondire ulteriormente può consultare i documenti originali conservati presso l'Archivio storico di Vittorio Veneto, che offrono testimonianze dettagliate sulle autorizzazioni e sulle attività locali legate al gioco.
Una passeggiata sulle colline del Montello, infine, permette di osservare le ville che in passato ospitarono sale da gioco clandestine, oggi riconvertite ad agriturismi o abitazioni private.
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